Equiseto

L’ equiseto, o equiseto dei campi, è un’erba antichissima estremamente ricca di silicio, ed utilizzata ai nostri giorni soprattutto per problemi alle ossa. Nella medicina tradizionale antica veniva posta sotto il dominio di Saturno, divinità che domina le ossa ed è il principio che tiene unito il corpo. Le piante “sacre” a Saturno sono remineralizzanti, cicatrizzanti, coagulanti, antisettiche e di grande valore terapeutico. L’Equiseto è anche conosciuto come “coda di cavallo” e per dirla come scriveva “Plinio” nella sua Storia Naturale è il “pelo della terra e somiglia al crine equino “.

A conferma della teoria delle signature, (signatura rerum secondo gli alchimisti e cioè il tipo di forze cosmiche che determinano le forme della pianta) secondo cui erbe, semi, fiori e frutti con una forma o struttura “somigliante” ad un organo o ad un elemento presente nel corpo umano, sono considerati in grado di avere una funzione terapeutica e benefica specifica per l’organo a cui somigliano, la somiglianza del fusto nodoso dell’equiseto alla colonna vertebrale e alle ossa in genere, ne ha fatto un rimedio principe per le ossa.

In Italia si contano ben 9 specie diverse di equiseto. La pianta può raggiungere i 60 centimetri d’altezza e si trova nei campi vicino alle acque e ai margini delle strade.

Le proprietà dell’equiseto:

  • nei casi di osteoporosi e fratture ossee in tintura madre 30 – 40 gocce 2 – 3 volte al dì
  • aiuta nei casi di anemia sotto forma di decotto
  • diuretico se preso come tisana
  • cicatrizzante e antisettico utilizzando la polvere del fusto come decotto da applicare sulla ferite
  • aiuta nelle alterazioni con le unghie con applicazioni locali

Come usare l’equiseto:

  • sotto forma di decotto, tisana o tintura madre
  • viene usata tutta la pianta, raccolta durante tutta l’estate e fatta essiccare al sole. Se raccogliamo noi la pianta, assicuriamoci che sia l’equisetum arvense usato in fitoterapia e che non si tratti di quello palustre che è ricco di alcaloidi e potenzialmente dannoso. Nel caso di raccolta autonoma è consigliato far controllare la pianta da un erborista esperto.